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Cineasti contemporanei





WILLIAM FRIEDKIN, l'esorcista del cinema


"Ho sempre voluto sorprendere il pubblico e l'ho fatto sorprendendo, in qualche modo, l'obiettivo della macchina da presa che è in fondo il primo spettatore del film". William Friedkin è un cineasta straordinario, autore di due pellicole memorabili: "Il braccio violento della legge" ma, soprattutto,"L'esorcista". Sostiene Dario Argento: "La violenza delle emozioni, il loro sorgere dal profondo dello stomaco ha in William Friedkin uno dei migliori interpreti nel cinema di oggi ed è a lui che penso quando immagino un cinema moderno".

Le opere di Friedkin (USA, 1939) sono impregnate di una spettacolarità inconsueta che le rende uniche nel firmamento cinematografico. A soli diciassette anni viene assunto dalla televisione, per la quale realizza documentari e cura la regia per oltre duemila programmi. Artista precoce, con il divertente ed originale "Quella notte inventarono lo spogliarello" si fa notare ad Hollywood per l'impeccabile direzione degli attori, la perfezione nell'allestimento scenografico, dei costumi e del montaggio. Successivamente, con una eccellente e ben congegnata sceneggiatura scritta di proprio pugno, si riconferma in "Festa di compleanno". È poi la volta di "Festa per il compleanno del caro amico Harold", una trasposizione teatrale dell'omonima commedia che aveva trionfato a Broadway. Friedkin racconta di una festa con la partecipazione di nove omosessuali di cui otto dichiarati ed uno presunto; ancora una direzione degli attori perfetta che lascia trasparire la sua straordinaria capacità di coinvolgere gli spettatori; un particolare, il cast è lo stesso della commedia originale rappresentata in teatro.

Ormai Friedkin saturo di esperienze televisive e ben rodato di esperienze cinematografiche, è pronto per realizzare le due pellicole che lo traghetteranno nell'olimpo dei registi che hanno lasciato il segno. Nel 1971 firma la regia di un film straordinario, "Il braccio violento della legge", premiato con ben cinque Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura, montaggio e migliore attore protagonista a Gene Hackman. Opera avveniristica, per i tempi, in cui la lotta buoni-cattivi è filmata con un realismo ed una crudezza impressionanti. Tocco di classe sopraffino, una perfetta fotografia e un intreccio narrativo ingarbugliato quanto basta per appassionare lo spettatore; e ancora, come se non bastasse, scene di inseguimento mozzafiato che contraddistinguerrano anche i lavori successivi. La pellicola, inoltre, ha avuto due sequel meno brillanti e non diretti da Friedkin, che ormai diventato regista di fama, nei suoi lavori predilige curare i ritmi del montaggio in modo esageratamente impeccabile (da manuale della regia).

Nel 1973 tutto è ormai pronto per un opera che farà da giro di boa per tutta la cinematografia horror e non solo: "L'esorcista". Straordinario successo, prima di pubblico e poi anche di critica oltre ogni aspettativa, è una pietra miliare del cinema drammatico, non solo horror quindi, ed in assoluto una delle pellicole che ha fatto parlare di più di se anche presso chi non ha mai avuto a che fare con il cinema."Penso che l'Esorcista sia ancora così terribile per tanta gente proprio a motivo dell'approccio così schietto e diretto che abbiamo scelto (...); durante la prima ora del film in cui mostriamo le analisi mediche, gli esami del cervello e gli psichiatri all'opera, in realtà il pubblico sa già di cosa si tratta, non sta aspettando altro che di vedere il diavolo manifestarsi. Per questo tutta l'attesa della prima parte, dopo che il reale ha esaurito le sue carte, non fa che creare in chi vede il film la disposizione ad aspettarsi il peggio, il conflitto finale tra il Bene e il Male (...); così come abbiamo fatto per tutti gli esami clinici, ci eravamo documentati con la consulenza di tre medici, lo stesso abbiamo fatto per quanto riguardava l'esorcismo vero e proprio". Curato stupendamente negli effetti speciali e nei trucchi, ha avuto due seguiti ufficiali dallo scarso interesse e non firmati da Friedkin, più innumerevoli tentativi di imitazione a prova che l'opera ha influenzato ragguardevolmente il modo di far cinema. Per la prima volta gli effetti speciali fanno da protagonista e, plasmati con la perfezione tecnica per cui Friedkin è considerato un guru indiscusso, fanno de "L'esorcista" un opera fondamentale ma atipica per i canoni della cosidetta cinematografia colta, che sempre ha considerato l'horror come un genere di intrattenimento a impegno zero. Avvenimento unico e straordinario per mezzo di cui Friedkin ha esorcizzato un film di "genere" trasformandolo in una pellicola "colta". Record storico e significativo allora, le dieci candidature all'Oscar di cui solo due (hanno avuto paura ?!) assegnati: al suono e alla sceneggiatura di William Peter Blatty autore anche del best-seller originale, più un Globo d'Oro per la miglior regia; per finire un agghiacciante colonna sonora ("Tubular Bells") firmata da Mike Oldfield, è entrata nella memoria collettiva. È questo il punto più alto della cinematografia dell'artista statunitense che nonostante le successive e affascinanti pellicole, non toccherà più vette così alte.

A quattro anni da "L'esorcista", filma "Il salario della paura", la storia di quattro sbandati che trasportano esplosivo; un incredibile Friedkin tiene in pugno lo spettatore con professionalità totale; lavoro essenziale costato allora venti milioni di dollari. Il successivo "Cruising" è un ritratto indelebile e gelido della metropoli notturna recitato da un superlativo Al Pacino; la storia è stata aspramente criticata per via delle immagine crude e dell'argomento scabroso: il mondo dei gay. Ancora dietro la macchina da presa per "Vivere e morire a Los Angeles", fotografia e colonna sonora superlative per noir metropolitano pessimista e violento, un ritorno ai tempi de "Il braccio violento della legge", ma con un impeto maggiore. L'interessantissimo "Assassino senza colpa?" è stato pesantemente e ingiustamente boicottato dai distributori perché accusato di favorire della pena di morte; uscito solo in cassetta è racconto ambiguo e disturbante. "Basta vincere", del 1994, è un viaggio negli illeciti del basket americano, Friedkin impressiona per le fantastiche sequenze di gioco. Thriller torbido è "Jade" del '95, scritto da Joe Eszteras, la scrittore più pagato ad Hollywood. Il lavoro si distingue per un montaggio perfetto e per i quindici minuti iniziali, capolavoro di messa in scena.

Attraverso frenetici movimenti di macchina, William Friedkin è bravissimo nel creare le giuste atmosfere di mistero e terrore.




Filmografia:

"Festa di compleanno", 1978;
"Quella notte inventarono lo spogliarello", 1968;
"Festa per il compleanno del caro amico Harold", 1970;
"Il braccio violento della legge", 1971;
"L'esorcista", 1973;
"Il salario della paura", 1977;
"Pollice da scasso", 1978;
"Cruising", 1980;
"L'affare del secolo", 1983;
"Vivere e morire a Los Angeles", 1985;
"Assassino senza colpa?", 1987;
"L'albero del male", 1990;
"Basta vincere", 1994;
"Jade", 1995;
"La parola ai giurati", film tv, 1997;
"Regole d'onore", 2000;
"The hunted - La preda", 2003;
"Bug - La paranoia è contagiosa", 2006;
"Killer Joe", 2011.

Discografia consigliata:

Mike Oldfield, "Tubular Bells", Virgin 1973.






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