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Opinioni al vetriolo





I TITOLI DI CODA
In alcuni cinema il caffé fa schifo!

Ritengo che i titoli di coda di un buon film siano paragonabili ad un caffé dopo una buona cena.
Un caffé pessimo rovina una buona cena, così come i titoli interrotti rovinano un buon film.
C'è a chi dei titoli non frega niente così come, c'è a chi il caffé non piace.
Al ristorante non si fa il caffé pessimo perché a taluno non piace, ma lo si fa buono perché a qualcuno piace.
Così i titoli di coda di un film, vanno mandati per intero non perché a tanti non interessano,
ma perché a pochi interessano... ma che volete farci,
il cinema somiglia sempre più alla televisione e,
alla televisione il caffé fa schifo!







I doveri dello spettatore

Già ci si deve infastidire con chi disturba continuamente... ma bisogna essere tolleranti.
... è poi doveroso seccarsi con chi arriva a tutte le ore... ma bisogna essere comprensivi.
Infine è necessario irritarsi con l'insistente ruminare degli sgranocchiatori...
ma bisogna essere (con i gestori che così arrotondano l'incasso) rassegnati.
A proposito, una volta ho visto uno spettatore con un panino con la mortadella ed una bionda... la Peroni, in vetro!
Ma insomma, quand'é che il possessore del biglietto potrà godere di qualche diritto?
In verità basterebbe spedire chi fa casino in galleria (per non dire in un luogo indecente!),
obbligare i ritardatari alle ultime file e i puntuali indisturbabili, in tutte le altre;
infine vendere granocchie che facciano poco rumore, sia sotto i denti che nella busta!
Forse solo allora avrà senso immergersi in una sala perfettamente insonorizzata,
buia al punto giusto, con un mega schermo ed un fantastico sistema








sceneggiatura cortometraggio


I FILM DI... CASA!
di Gabriele La Rovere





PRIMA SCENA
Abruzzo, Pescara - interno Mediamuseum - segreteria, tardo pomeriggio assolato.
Davide lavora alla sua scrivania. Ventilatore acceso, musica pop in sottofondo.
Suona il campanello; Davide, direttore del museo, si alza incamminandosi verso la porta.

SECONDA SCENA
Interno - atrio.
Porta che si apre; con stupore Davide riconosce nell'uomo che gli è di fronte Brian De Palma,
che in un italiano improbabile dice: "Salve! È possibile visionare Ladyhawke?
Richard Donner, il mio amico regista, mi ha detto di averlo girato per lo più in Abruzzo
e domani andrò a Casteldelmonte su quelli che furono i set esterni."


TERZA SCENA
Interno - archivio.
Davide, impacciato, sotto lo sguardo di De Palma insofferente per il caldo,
cerca freneticamente su di uno scaffale la videocassetta ma non la trova;
poi ruota bruscamente il capo verso la finestra e finalmente la vede
incastrata tra il telaio e la finestra stessa per evitare che quest'ultima si chiuda;
con imbarazzo esclama indicando con la mano:
"Eccola!" E di seguito con tono burlesco dice:
"Per puntellare le finestre usiamo i film girati in Abruzzo perché sono... di casa!"

SCENA QUARTA
Interno - sala proiezioni.
Dal corridoio Davide guarda De Palma che seduto,
con il telecomando in mano, segue il film con grande interesse.
Cambio di fuoco con lenta zoommata verso la finestra socchiusa in fondo alla sala;
una videocassetta incastrata evita che questa sbatta, dopo una lenta messa a fuoco
si legge il titolo e l'autore: "Omicidio a luci rosse" di Brian De Palma.
Ripresa in oggettiva, non si capisce se De Palma ha visto.

QUINTA ED ULTIMA SCENA
Interno - segreteria.
De Palma restituendo la cassetta a Davide che è seduto alla scrivania
intento a posizionare meglio il ventilatore, dice:
"Immagino che anticamente questo posto è stato un laboratorio fotografico
in cui si è consumato un efferato delitto!"


Fine delle riprese sul primo piano ironico di De Palma.









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